Design biofilico: la nuova frontiera green delle case salubri

Ciao, hai mai sentito parlare di design biofilico? A livello scientifico riguarda la nuova frontiera del lusso nell’architettura e il design di interni.

Ma non parliamo di lusso in senso tradizionale. Non ci riferiamo solo alla bellezza e alla fruibilità degli ambienti domestici.

No, qui l’asticella si è notevolmente alzata! Sta prendendo piede una nuova filosofia abitativa che non ignora più le correlazioni fondamentali tra benessere della persona e dell’ambiente. Il design biofilico ne costituisce la chiave di volta.

Relax, felicità, ma anche un basso impatto ambientale e bollette quasi azzerate.

Ti piacerebbe se la tua nuova casa permettesse di centrare contemporaneamente tutti questi obiettivi?

Se sì, devi assolutamente leggere questo articolo e scoprire le motivazioni scientifiche alla base di quelle che sono indubbiamente le case del futuro!

Indice

Design biofilico: ecco cos’è e perché è dimostrato che le case che ne sono provviste incrementano notevolmente il benessere di chi le abita

Architettura: il passaggio dalla sostenibilità ambientale all’ambiente rigenerativo

Gli “stressor” dell’ambiente domestico e il loro impatto sulla salute psicofisica

Il design biofilico come risposta nella Psicologia ambientale al problema degli stressor

La Teoria del Recupero dallo Stress, Ulrich (1983)

Edifici nZEB (Nearly Zero Energy Building) e il loro legame con la biofilia

Design biofilico: ecco cos’è e perché è dimostrato che le case che ne sono provviste incrementano notevolmente il benessere di chi le abita

Prima di spiegare con esattezza che cos’è il design biofilico e in che senso sbarra le strade al nuovo lusso, vogliamo fare una piccola premessa per inquadrare il discorso…

Architettura: il passaggio dalla sostenibilità ambientale all’ambiente rigenerativo

Parliamo un po’ di storia dell’architettura, ti va?

Devi sapere che oramai sono molti anni che in ambito architettonico ci si interroga su come realizzare soluzioni abitative che siano ecocompatibili.

In un primo momento questo slancio ha portato verso una soluzione incentrata sulla sostenibilità ambientale.

E in principio sarebbe stata una buona idea. Ma erano stati trascurati dei dettagli importanti…

In pratica, la critica al movimento è sopraggiunta nel momento in cui ci si è resi conto che non basta rendere gli edifici “green”, se poi chi li abita si deve confrontare con problemi importanti com’è successo al Quyi City Forest Garden di Chengdu, in Cina.

Ci riferiamo al prestigioso complesso sarebbe dovuto diventare un bosco verticale come quello milanese del noto architetto Stefano Boeri. Invece risulta disabitato perché si è riempito di zanzare.

Chiaramente, come accennato poco fa, il problema non era di per sé il giardino verticale. E tantomeno l’architettura green… Le case green sono destinate a diventare sempre più il nuovo modello abitativo!

Semplicemente, nel frattempo si è compreso che l’architettura deve sì trovare un modo di mettersi in relazione armoniosamente col pianeta, ma senza dimenticarsi di chi poi dovrà abitare queste case.

Così è nato il concetto di “ambiente rigenerativo”. Si tratta di un approccio che tiene conto delle relazioni fra tutti gli elementi. La salubrità, intesa come salute e benessere, è il concetto centrale di questo nuovo modello abitativo.

Citiamo direttamente dal documento Biophilic Quality Index: come rendere“rigenerativo” l’edificio nZE:

La letteratura scientifica da tempo considera il valore rigenerativo di un ambiente come il fattore più importante da prendere in considerazione nella progettazione. In un ambiente rigenerativo (restorative environment) l’individuo può rilassarsi, liberare la mente da eventi emotivamente negativi, vivere un’esperienza di bellezza, controllo, libertà e usufruire di un momento importante per il processo di regolazione emozionale e del sé.

Un forte esempio di architettura contemporanea che rispetta i criteri di salubrità, sono per esempio le case BeS

Scendendo più nel dettaglio di questo discorso, sempre gli autori del report di sopra proseguono:

Il concetto di ambiente rigenerativo è legato al concetto di stress ambientale.

Approfondiamo meglio questo discorso

Ricorda che queste informazioni possono migliorare significativamente la tua vita aiutandoti a scegliere la casa giusta!

Gli “stressor” dell’ambiente domestico e il loro impatto sulla salute psicofisica

Devi sapere che in ambito scientifico (per la precisione nella psicologia dell’abitare) è oramai più appurato che la nostra casa ha il potere di influire positivamente o negativamente sul nostro umore.

Si chiamano “stressor” quei fattori ambientali che possono impattare psicologicamente sulla nostra mente. A parte le zanzare del caso cinese di prima, possiamo citare tanti altri fattori…

…per esempio i rumori molesti negli ambienti domestici dati dal basso isolamento acustico. Oppure il disordine che, quanto radicalizzato, impedisce alla mente di rilassarsi perché crea costanti input e sollecitazioni percettive.

Gli stressor vanno eliminati o neutralizzati per far sì che l’ambiente domestico risplenda di armonia e favorisca il benessere psicofisico della persona.

Il design biofilico come risposta nella Psicologia ambientale al problema degli stressor

Il primo a coniare il termine “Biofilia” fu il noto biologo Edward O. Wilson per indicare “un’affiliazione emozionale innata degli esseri umani ad altri esseri viventi”.

Si può certamente dire che in casa vale lo stesso concetto come fuori casa: un ambiente quanto più “naturale” possibile, rilassa e fa stare bene eliminando quindi gli stressor.

Il design biofilico prevede dunque la sistematica implementazione di elementi green come lo sono il giardino e il verde verticale. Ma comunque sempre in un’ottica rispettosa della persona come quella sopra descritta quando abbiamo parlato del concetto di “ambiente rigenerativo”.

Rientrano in questo approccio anche l’utilizzo di materiali naturali come la pietra, il tufo, i minerali, e persino oggetti d’arredo come per esempio tavoli in legno vivo.

Tra i benefici appurati del design biofilico possiamo annoverare aspetti come:

  • incremento della felicità
  • maggiore capacità di concentrazione
  • pensiero creativo
  • relax e benessere

La Teoria del Recupero dallo Stress, Ulrich (1983)

Per farti capire quanto la biofilia sia efficace nel favorire e sostenere i processi di rigenerazione fisiologici, ci sembra importante raccontarti anche della Teoria del Recupero dallo Stress di Ulrich.

La conosci?

In pratica, dei ricercatori dell‘Università Johns Hopkins di Baltimora hanno dimostrato che la visione di immagini naturali riduce sensibilmente la percezione del dolore.

Lo studio è stato condotto per dieci anni. In tale periodo dei pazienti in ospedale sono suddivisi in tre gruppi differenti: il primo è stato lasciato in un ambiente neutro senza immagini; il secondo è stato esposto a immagini di città; e il terzo ha potuto godere della vista di immagini di natura.

Poi, tramite una scala del dolore che va da 1 a 10  (da 4 in su il dolore è considerato moderato o forte), è stata monitorata la loro percezione del dolore.

Quel che è emerso (e poi confermato da studi successivi) è straordinario:

  • Pazienti che non vedevano alcuna scena:  dolore percepito   5,7
  • Pazienti che osservavano immagini di città: dolore percepito   5,7
  • Pazienti che osservavano immagini di natura: dolore percepito  3,9

La conclusione dello studio è quindi stata la seguente:

La riduzione del dolore non si è avuta solo perché i pazienti erano distratti, ma perché gli elementi della natura avevano un effetto distensivo su di loro

Da un punto di vista chimico-fisiologico, questo accade perché gli elementi naturali aumentano il livello di serotonina. In questo modo si contrastano efficacemente gli effetti dello stress sia in termini cognitivi, sia in termini fisiologici (diminuzione della pressione sanguigna e della tensione muscolare).

Puoi facilmente immaginare che se lo stimolo visivo da solo è già così potente, scegliere una casa realizzata con design biofilico (che quindi stimola anche gli altri sensi), ha un impatto ancora più importante.

Edifici nZEB (Nearly Zero Energy Building) e il loro legame con la biofilia

Che la situazione ambientale ci sia sfuggita di mano, è sotto agli occhi di tutti. Che bisogna fare qualcosa per riprendere le redini della situazione, anche.

Non importa se si pensa che la cosiddetta transizione green sia una strategia commerciale o un altro sistema di controllo (chi si approfitta delle crisi c’è sempre stato).

Ma il problema è reale.

Lo sentiamo tutti sulla nostra pelle e vediamo coi nostri occhi: le temperature medie si stanno alzando e le camicie a giugno sono madide di sudore come se fosse ferragosto.

Come detto poco fa, nell’ambito dell’architettura ci si interroga oramai da decenni sul da farsi. I nuovi edifici green, detti nZEB, sono la risposta che gli esperti di settore si stanno dando per riuscire a contrastare l’importante quantità di emissioni nocive degli edifici pubblici e privati che, solo in Europa, ammontano al 38% del totale.

E se è vero che non esistono ancora soluzioni “popolari” al problema, ovvero di ampio respiro, ci sono realtà edili che si stanno muovendo per creare soluzioni concrete. Intanto già accessibili alle fasce economiche medie e alte.

Da qualche parte bisogna pur iniziare.

Chi oggi può già permettersi abitazioni a basso impatto ambientale, come abbiamo visto ha certamente più di un motivo per sceglierle. Tra questi il primo è che la costruzione di un mondo migliore passa proprio dall’abbracciare modelli eticamente forti.

La biofilia negli edifici nZEB è una componente molto forte…

Il nuovo lusso è quindi riassumibile in un concetto complesso, dove ogni aspetto della casa impattante sulla salute psicofisica viene debitamente curato per ottenere il massimo del risultato!

Edil Pepe